SICUREZZA idraulica: una buona notizia e, insieme, un allarme rilanciato. Sì, perché l’annuncio, da parte della Provincia, di una ‘agenda’ dì interventi da 1,3 milioni di euro, per sistemare i danni più gravi arrecati a sponde e argini dall’ondata di maltempo di fine gennaio, va di pari passo con il richiamo, da parte dell’amministrazione, alla necessità assoluta di risorse per cambiare passo, in tema di governo del territorio. «Occorre passare — dice il presidente Andrea Pieroni — dal sanare le ferite alla prevenzione. Intanto per sanare le ferite, la Provincia ha preso in carico la titolarità del ripristino delle strutture flagellate da esondazioni e allagamenti vari: varati in regime di somma urgenza, i lavori sono parte in gestione diretta, parte affidati al Consorzio di Bonifica Valdera.
Ecco gli interventi a conduzione diretta. Il primo riguarda il ripristino dell’arginatura in località La Bianca (Peccioli) per 190mila euro. Poi il ripristino della cassa d’espansione a Selvatelle (Peccioli e Terricciola), costo 220mila euro. E ancora il ripristino delle erosioni di sponda della traversa idraulica di Peccioli per 120mila euro e la riprofilatura delle sponde e la ricostruzione delle golene del fiume Tora in località Colliromboli (Collesalvetti), 150mila euro. Ripristini arginali previsti per il canale Scolmatore d’Arno (Collesalvetti e Cascina), costo 120mila euro e delle arginature di sponde e cateratte nei Comuni di San Miniato e Montopoli per una spesa di 110mila euro. Questi invece gli interventi della Bonifica Valdera. Ripristino degli argini del fiume Era a Camugliano (Ponsacco), 251.141 euro e 116.189 euro (lavori di completamento). Ripristino degli argini del Rio Orlo in località Corazzano (San Miniato), 13.382,99 euro e delle opere di difesa lungo il torrente Egola all’altezza della località Fornacino (San Miniato) per 41.318 euro.
SULLO SFONDO, il punto resta il bisogno di risorse. Quelle della Provincia «sono esaurite» ribadisce Pieroni. «Ne servono di straordinarie già per superare questa situazione, pena la paralisi dell’intera attività dell’amministrazione e, prima ancora, l’impossibilità di far fronte a agli stessi interventi».